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Turbomotore a turbina libera, con uscita di potenza sulla parte posteriore, progettato e sviluppato a partire dal 1959 per uso elicotteristico dall’ufficio tecnico guidato da Joseph Szydlowski. Il nome Turmo significa “Turbine Motrice”.
La famiglia Turmo è stata costruita in circa 2.600 esemplari fino al 1995, senza contare i derivati per uso terrestre e navale.
Le versioni Turmo II, IIIC, III C4 e IVC furono costruite per gli elicotteri medi Sud-Aviation Frelon, SA321 Super Frelon e SA 330 Puma con potenze cresciute sino a 1580 CV-albero. Installata sulla Renault Étoile Filante, la versione Turmo I stabilì un primato mondiale di velocità per automobili.
La versione III D da 1.500 cavalli-albero presente in collezione fu sviluppata per il quadrimotore da trasporto a decollo corto Bréguet 941 con ala soffiata, costruito in quattro soli esemplari. È pertanto la più rara di una famiglia costruita in larga serie.
Il propulsore è stato costruito in Francia nel giugno 1967. È stato acquisito alcuni anni fa probabilmente presso un demolitore e non è stato sottoposto ad alcun intervento di restauro.
È dotato di cavalletto per esposizione.
Motore alternativo a 6 cilindri in linea contrapposti, con una potenza di 190-250 CV nelle varie versioni, progettato nel 1941 da S. K. Hoffman per la AVCO Lycoming derivandolo dai precedenti 4 cilindri O-290.
Nella nomenclatura militare americana la sigla O-435 indica la disposizione dei cilindri (O per “Horizontal”) e la cilindrata (435 pollici cubici, pari a circa 7 litri). Fu prodotto su licenza in Italia dalla Piaggio.
La versione originale fu prodotta negli Stati Uniti in larghissima serie, prima per gli aerei leggeri da osservazione Stinson L-5 e poi per gli elicotteri della famiglia Bell 47 (versioni con prefisso VO, indicante il montaggio in posizione verticale). Fu soprattutto questo secondo a garantirne la produzione per oltre 40 anni.
In Italia è stato installato sugli addestratori Macchi M.416, Piaggio P.148 e P.149, ma soprattutto sugli elicotteri Agusta-Bell AB.47G.
Il motore è stato costruito su licenza dalla Piaggio di Genova nel luglio 1956 ed ha completato l’ultima revisione il 2 marzo 1971.
È stato donato da Marcello Benincà e proviene probabilmente da un Macchi M.416.
È stato sottoposto a restauro statico a scopo espositivo su apposito cavalletto.
Motore alternativo a 6 cilindri in linea invertiti, con una potenza di 185-225 CV nelle varie versioni, progettato nel 1935 da Frank B. Halford per la De Havilland come derivato del Gipsy Major. Fu prodotto su licenza in Italia dall’Alfa Romeo.
Le versioni civili iniziali erano note come Gipsy Six per il mercato civile (circa 1.150 esemplari) e Gipsy Queen per quello militare (circa 5.000). Fu impiegato sul celebre bimotore da corsa DH.88 Comet e, in larga serie, sugli aerei di linea DH.89 Dragon Rapide (oltre 730 esemplari), DH.104 Dove (542) e DH.114 Heron (150) e sul quadriposto da addestramento e turismo Percival Proctor (oltre 1.100).
A partire dal 1936 fu costruito in Italia su licenza in serie dall’Alfa Romeo come Alfa 115, anche nelle versioni perfezionate Bis (1940) e Ter (1948), per un totale di oltre 1.500 di esemplari. Le differenze rispetto alla produzione originale inglese comprendono gli accessori italiani.
Fu costruito in Italia su licenza in larga serie dall’Alfa Romeo come Alfa 115, installato su aerei quali Nardi FN.305, Caproni Ca.164 e Ca.309 e, nel dopoguerra, Fiat G.46 e SAI Ambrosini S.7.
Il Gipsy Queen è stato recuperato nella zona di Fano verso la fine degli anni Novanta, dove negli anni Settanta era segnalato, esposto in un giardino in cattive condizioni, un Percival Proctor V, dotato appunto di Gipsy Queen.
È stato sottoposto a restauro statico a scopo espositivo su apposito cavalletto.
Motore alternativo a 4 cilindri in linea invertiti, con una potenza di 120-145 CV nelle varie versioni, progettato nel 1932 da Frank B. Halford per la De Havilland con il nome di Gipsy Major. Fu prodotto su licenza in Italia dall’Alfa Romeo.
La versione originale fu prodotta in Gran Bretagna a partire dal 1932 in 14.615 esemplari installati su addestratori e aerei da turismo quali principalmente il De Havilland DH.82 Tiger Moth (circa 8.900 esemplari prodotti, compreso l’I-GATO di Giancarlo Zanardo) e DHC-1 Chipmunk (1.300).
A partire dal 1936 fu costruito in Italia su licenza in serie dall’Alfa Romeo come Alfa 110, anche nelle versioni perfezionate Bis (1938) e Ter (1948), per un totale di alcune centinaia di esemplari. Le differenze rispetto alla produzione originale inglese comprendono le teste in alluminio anziché in bronzo e gli accessori italiani.
L’Alfa 110 fu installato su aerei prodotti in serie quali Saiman 202M, CANSA C.5 e SAI Ambrosini 1001 Grifo, più numerosi prototipi.
Il motore è completo del cassone di trasporto originale.
Non si hanno dati sul suo uso precedente.